Avete già visto i primi dieci film che vi abbiamo suggerito per partire alla volta del West? Ecco la seconda parte della lista preparata da Mik, contenente una decina dei suoi Western preferiti di sempre: in questo caso, partiremo dalla trilogia della Cavalleria di John Ford interpretata da John Wayne, per poi scoprire lo stile introspettivo di Anthony Mann, le note surreali di Fritz Lang, e altri classici da non perdere per una panoramica ideale del mondo del cinema western.
Il Western secondo mik:
i migliori film, 11-20
Titolo | Regista | Anno |
---|---|---|
Il Massacro di Fort Apache | John Ford | 1948 |
I Cavalieri del Nord Ovest | John Ford | 1949 |
Rio Bravo | John Ford | 1950 |
Là Dove Scende il Fiume | Anthony Mann | 1952 |
Rancho Notorious | Fritz Lang | 1952 |
Vera Cruz | Robert Aldrich | 1954 |
L’albero degli Impiccati | Delmer Daves | 1959 |
Un dollaro d’onore | Howard Hawks | 1959 |
L’Uomo che uccise Liberty Valance | John Ford | 1962 |
II Mucchio Selvaggio | Sam Peckinpah | 1969 |
Il massacro di Fort Apache di John Ford (1948)
Con Henry Fonda, John Wayne, Shirley Temple; bianco e nero, 125 min
Il crudele colonnello di Fort Apache (Henry Fonda), deluso per la degradazione dalla qualifica di generale, cerca il riscatto in uno scontro sanguinoso con gli Apache. Ispirato dal racconto di James Warner Bellah intitolato Massacre, che a sua volta fa riferimento alla battaglia del Little Bighorn condotta dal generale Custer, il film é considerato il primo di una trilogia dedicata alla Cavalleria Americana insieme a I Cavalieri del Nord Ovest e Rio Bravo.
Il film ritrae la vita di ogni giorno dei cavalieri dell’esercito con tutti i suoi riti, ma al contempo fu uno dei primi western in cui i Nativi Americani vennero rappresentati in modo rispettoso ed autentico. Uno dei pochi film di Ford in cui John Wayne non interpretò il ruolo da protagonista, che andò ad Henry Fonda. Tuttavia, la trilogia della cavalleria lanciò John Wayne come icona e principale interprete dei film di Ford.
Per interpretare i guerrieri Apache, Ford impiegò circa 200 indiani Navajo, che riteneva particolarmente versati per il lavoro di attori.
I Cavalieri del Nord Ovest di John Ford (1949)
Con John Wayne, John Agar, Harry Carey jr; colore, 103 min
Nel secondo film della trilogia di Ford girata nella Monument Valley, la cavalleria americana si trova ad affrontare una pericolosa alleanza indiana sorta dopo la sconfitta del generale Custer a Little Bighorn. Temendo che il suo sostituto non sia in grado di gestire il problema, il capitano di Fort Starke rinuncia alla pensione.
Il film é a sua volta ispirato dai racconti di James Warner Bellah, e il titolo originale (She Wore a Yellow Ribbon) è tratto dall’omonima ballata folk usata come colonna sonora della trilogia.
Tra le scene più suggestive non si può non menzionare la carica della cavalleria durante la tempesta, che pare abbia provocato un litigio tra Ford e il direttore della fotografia Winton Hoch. Secondo la leggenda, Hoch voleva interrompere le riprese e iniziò a mettere via le telecamere, ma Ford lo ignorò e girò lui stesso le scene dell’assalto sotto la tormenta, lasciando che tutti si inzuppassero. La storia fu poi smentita dall’attore Harry Carey Jr, secondo il quale Hoch accettò di continuare le riprese e riuscì ad utilizzare le condizioni di ripresa tutt’altro che ideali a suo vantaggio, ma i due ebbero davvero svariati scontri durante le riprese, al punto che Hoch decise di inviare una lettera di protesta alla Società Americana del Cineoperatori per il metodo di lavoro di Ford.
Hoch vinse il suo secondo Oscar per la miglior fotografia, il suo secondo in due anni consecutivi, grazie al film.
Rio Bravo di John Ford (1950)
Con John Wayne, Ben Johnson, Maureen o’Hara; bianco e nero, 105min
Dopo la guerra di Secessione il Capitano Kirby York è al comando di un forte alla frontiera del Texas. Qui ritrova il figlio, che non vedeva da oltre quindici anni, giunto al forte insieme ad altre giovani reclute per l’addestramento. Nonostante l’iniziale freddezza, i due avranno un’occasione di ricucire il loro rapporto mentre si preparano a proteggere il campo dalle numerose razzie degli indiani.
Nell’ultimo film della trilogia dedicata alla Cavalleria degli Stati Uniti, John Wayne assume nuovamente il ruolo del capitano York che aveva già interpretato in Il Massacro di Fort Apache.
Il fiume chiamato dagli americani Rio Grande nasce nelle montagne del Colorado e attraversa New Mexico e Texas marcando il confine tra Stati Uniti e Messico, dove è noto con il nome di Rio Bravo. Mentre in lingua originale il film è intitolato Rio Grande, per la traduzione italiana é stata scelta la versione messicana del nome. Da non confondersi con il film Un Dollaro D’Onore, film del 1959 sempre di Howard Hawks ma intitolato Rio Bravo in lingua originale, di cui parleremo più avanti.
Là dove scende il fiume di Anthony Mann (1948)
Con James Stewart, Arthur Kennedy, Julie Adams; colore, 92 min
Un ladro di cavalli viene salvato da un ex avventuriero che fa da guida ad una carovana di pionieri, e decide di unirsi a loro nel viaggio verso la terra a loro assegnata nei pressi di Portland.
Dal libro Bend of the snake di Bill Gulik, Là dove scende il fiume é il secondo di sette film che Anthony Mann girò con James Stewart, che interpreta un eroe tormentato, ben diverso dall’ideale a cui John Wayne aveva abituato i fan del genere, così come sono diversi i paesaggi di Ford da quelli di Mann.
Mentre i più iconici film di Ford sono ambientati nelle vallate polverose e aride dell’iconica Monument Valley, Mann scelse di circondare l’azione in paesaggi meno imponenti, ma resi significativi dai personaggi che li popolano e li definiscono tramite la loro vita interiore.
Rancho Notorious di Fritz Lang (1952)
Con Marlene Dietrich, Arthur Kennedy, Mel Ferrer; colore, 89min
Dopo la tragica morte della sua fidanzata, uccisa da un gruppo di criminali durante una rapina, il rancher Vern Haskell parte alla ricerca degli assassini per vendicarla. Le ultime misteriose parole mormorate da uno dei criminali lo guideranno alla scoperta di un ranch abitato esclusivamente da fuorilegge e gestito dalla sensuale Altar Keane, interpretata da Marlene Dietrich.
Dal racconto Gunsight Whitman di Silvia Richards, Rancho Notorious é il terzo e ultimo western girato da Fritz Lang, nonché il migliore della sua trilogia. A causa del budget molto ristretto, il film fu girato tutto in studio, inclusi gli esterni, ricostruiti in cartapesta. Lang fu capace di usare queste limitazioni per creare scenari surreali che intensificano la magia e la forza romantica dei Western classici aggiungendovi una dimensione lirica e una profonda riflessione sui personaggi. La ballata che fa da sfondo al film diventa parte integrante della storia, commentandone le vicende: la stessa idea fu utilizzata l’anno successivo in Mezzogiorno di Fuoco.
Vera Cruz di Robert Aldrich (1954)
Con Gary Cooper, Burt Lancaster, Cesar Romero; colore, 94min
Ambientato in Messico durante l’impero di Massimiliano D’Asburgo. Al termine della guerra di secessione, Benjamin Trane, ex ufficiale sudista, si unisce a un gruppo di soldati allo sbando guidati da Joe Erin e diretti in Messico per offrirsi come mercenari all’imperatore Massimiliano. Qui accettano di scortare una nobildonna fino al porto di Vera Cruz, ignari del carico d’oro celato nel doppio fondo della carrozza.
Sergio Leone rimase colpito dallo stile di Aldrich e ne trasse ispirazione per i suoi spaghetti western, mentre John Landis usò la trama come base per la sua parodia western I Tre Amigos.
Vera Cruz è una delle città più grandi del Golfo del Messico, e fu usata come base dagli Spagnoli in partenza per la conquista del Messico. Da questa città partivano le navi cariche d’oro e gemme delle miniere messicane alla volta della Spagna.
L’albero degli Impiccati di Delmer Daves (1959)
Con Gary Cooper, Maria Schell, Karl Malden; colore, 106min
In Montana, in un villaggio di cercatori d’oro, si stabilisce il Dottor Fraill. Qui il dottore aiuta a guarire dalla cecità una giovane donna e salva la vita ad un ragazzo condannato all’impiccagione.
Western incentrato sull’indagine psicologica che mette in risalto il peggio (la malvagità della folla) ed il meglio ( il gesto di grandezza d’animo della ragazza) dell’animo umano.
Dal romanzo di Dorothy M. Johnson; il film fu nominato all’Oscar per la miglior canzone cantata nel film da Marty Robbins, ma resa celebre da Frankie Laine. Sebbene sia ambientato in Montana, tutti gli esterni furono girati nello stato di Washington.
Un Dollaro d’Onore di Howard Hawks (1959)
Con John Wayne, Dean Martin, Angie Dickinson; colore, 141min
John T. Chance, sceriffo di Rio Bravo, arresta il fratello del potente rancher locale Nathan Burdette per omicidio, e ben presto la banda al soldo dei fratelli Burnette si riunisce in paese per liberarlo. Per respingere l’attacco, lo sceriffo può contare soltanto sull’aiuto del suo zoppo e anziano assistente, dell’amico vice sceriffo alcolizzato, di un giovane pistolero appena arrivato in paese, e della bella giocatrice di poker Feathers, innamorata di lui.
Il nome fu cambiato in Un Dollaro d’Onore in quanto il nome Rio Bravo era già stato utilizzato, come abbiamo visto poco fa. Il film fu voluto da John Wayne e dal regista Howard Hawks in risposta a Mezzogiorno di Fuoco, che ritenevano un film anti-americano (vedi Verso il West con Mik Parte Prima). In entrambi i film, gli abitanti del paese lasciano solo il loro sceriffo nel momento cruciale e decisivo della lotta ai criminali.
Il regista John Carpenter si è ispirato a Un Dollaro d’Onore per il suo secondo film Distretto 13 – Le brigate della morte, uscito nel 1976; Tarantino lo ha messo al secondo posto dei suoi preferiti dopo Il Buono, il Brutto, il Cattivo. Howard Hawks riutilizzò la stessa trama in due suoi film successivi: il bellissimo El Dorado del 1966 e il non meno interessante Rio Lobo del 1970.
L’Uomo che Uccise Liberty Valance di Delmer Daves (1957)
Con James Stewart, John Wayne, Vera Miles; bianco e nero, 123min
Stoddard, senatore degli Stati Uniti, si reca a Shinbone per il funerale del suo amico Tom Doniphon. Qui racconta ai giornalisti sorpresi dalla sua presenza episodi del passato che lo legarono a Tom ai tempi della sua permanenza nel villaggio, quando i due unirono le forze per fronteggiare Liberty Valance e la sua gang.
Il film è costruito sui ricordi del passato dei due protagonisti: sia James Stewart the John Wayne all’epoca erano troppo avanti con gli anni per ricoprire i ruoli dei loro personaggi da giovani, nel lungo flashback del film. Questa pratica era ritenuta sempre meno accettabile a Hollywood, ma a Ford venne perdonata per la potente e nostalgica narrazione dell’era in cui il selvaggio West cedette ad una società più complessa con nuove comunità e nuove regole.
Il Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah (1969)
Con William Holden, Robert Ryan, Warren Oates; colore, 143 min
Nel 1913, la banda di malviventi soprannominata “Il Mucchio Selvaggio” viene decimata durante una rapina alla banca della ferrovia; i superstiti sono costretti a fuggire in Messico perché inseguiti da un gruppo di implacabili cacciatori di taglie. Giunti ad Agua Verde, stringono un patto con il corrotto generale Mapache, che chiede loro di rubare un carico di armi dell’esercito Americano per riuscire a contrastare le truppe rivoluzionarie di Pancho Villa. La banda si trova nei guai quando acconsente alla richiesta di uno dei membri di rubare parte delle armi per aiutare i rivoluzionari del suo villaggio.
Tratto dal romanzo di Roy N. Sickner, che collaborò anche alla sceneggiatura del film. L’azione si sviluppa attorno a tre episodi di violenza intensa: temendo un’ondata di emulazione da parte dei giovani, il film fu inizialmente condannato dai critici. Oggi è giustamente considerato un capolavoro del western revisionista.
Immagine di copertina: Zion Narrows, Zion National Park; clicca qui per l’originale