Il cinema western è, tra le altre cose, uno studio approfondito della libertà e di ciò che le persone sono disposte a fare per mantenerla od ottenerla: a volte con le buone maniere o con l’astuzia, spesso con la forza.
Per John W. “Jack” Burns, protagonista del film Solo Sotto Le Stelle uscito nel 1962, la libertà è il bene più prezioso, e sceglie di vivere come se gli appartenesse, non permettendo al mondo che lo circonda e che sta cambiando attorno a lui di definirne i limiti.
Il romanzo di Edward Abbey The Brave Cowboy fu ripensato per il grande schermo da Dalton Trumbo, che scrisse la sceneggiatura del film, e portato in vita dalla memorabile interpretazione di Kirk Douglas nei panni del cowboy John W. Burns.
John W. Burns è uno degli ultimi mandriani erranti in un West sempre più “civilizzato”; un cowboy anarchico che vive secondo il suo codice etico personale; un affascinante eroe anti-moderno che rifiuta di adeguarsi ai tempi che corrono. Nonostante la sua diffidenza nei confronti della tecnologia, il suo rifiuto di portare con sé un documento di identificazione e la sua abitudine di abbattere ogni recinzione che incontri sul suo cammino, la sua resistenza alle autorità e alla vita moderna è spesso giocosa e mai aggressiva. “Jack” non possiede nulla, e necessita di ben poco; la sua devozione è esclusivamente e incondizionatamente rivolta agli amici, alla sua vivace cavalla Whisky e alla sua idea di libertà.
All’inizio del film, John W. Burns si fa arrestare di proposito per aiutare l’amico Paul Bondi ad evadere di prigione. Quando Bondi decide di rimanere per il bene della sua famiglia, John Burns fugge da solo durante la notte, liberando nel frattempo i due Indiani che condividevano la cella con lui. Braccato dallo sceriffo Morey Johnson, interpretato da un magnifico Walter Matthau, John W. Burns raggiunge la cima delle Sandia Mountains, accompagnato dal suo cavallo in una scalata mozzafiato contro ogni aspettativa, contro la fine della sua era, contro la legge che sta per raggiungerlo.
Essere John W. Burns richiede consapevolezza, testardaggine e coraggio. È un eroe o un pazzo? È indubbiamente un sognatore, ma si rende conto che i suoi sogni sono condannati? Per trovare la risposta alle nostre domande, daremo un’occhiata alle vite degli autori e interpreti della sua storia. All’uscita del film nelle sale quasi sessant’anni fa, Solo Sotto Le Stelle fu considerato una parabola della lotta senza speranza dell’individuo contro i poteri costituiti: una lotta che Edward Abbey, Dalton Trumbo e Kirk Douglas avevano vissuto personalmente.
Edward Abbey, nato in Pennsylvania nel 1927, è l’autore del romanzo The Brave Cowboy da cui fu tratto il film di David Miller. Appena diciottenne, Abbey intraprese un viaggio di esplorazione nel Sud-Ovest americano e al ritorno fu arruolato nell’esercito, che lo inviò per due anni in Italia come ufficiale di polizia militare. Fu promosso e destituito due volte per insubordinazione, probabilmente dovuta alla sua opinione in merito all’esercito americano, che descrisse in una delle lettere alla famiglia: “Non si può negarlo, spesso ci comportiamo come i Nazisti”. Fu congedato con onore, nutrendo però ormai una profonda sfiducia nei confronti dell’esercito e delle istituzioni in generale.
Durante gli studi universitari in New Mexico, Abbey scrisse un articolo intitolato “Some Implications of Anarchy”, il primo risultato del suo studio dell’anarchia. A causa di una sua lettera indirizzata all’università in cui esortava gli studenti a liberarsi delle loro tessere di leva, l’FBI aprì un fascicolo su di lui, ma Abbey non si lasciò intimidire. Nei numerosi saggi e romanzi da lui pubblicati nei decenni successivi mentre lavorava come guardia forestale, Abbey continuò a mettere in guardia dai pericoli dell’ascesa di uno stato totalitario dominato dai poteri dell’industria e della tecnologia e dedito allo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali.
Il suo pensiero e il suo stile letterario si rispecchiano nella personalità di Jack W. Burns, personaggio da lui creato per il suo terzo romanzo, The Brave Cowboy: caustico e controverso, ma al contempo scherzoso. Abbey stesso disse che non gli riusciva di stare serio per più di mezza pagina consecutiva, sebbene scrivesse in toni volutamente provocatori allo scopo di portare alla luce verità scomode e “svegliare la gente”.
Nonostante le opinioni di Abbey differissero sotto molti aspetti da quelle delle principali organizzazioni ambientaliste dell’epoca, il suo romanzo del 1975 The Monkey Wrench Gang, incentrato sull’uso del sabotaggio come mezzo di protesta contro l’inquinamento industriale, fu considerato di grande ispirazione da molti gruppi ambientalisti e contribuì ad influenzare la formazione di Earth First!, un movimento ecologista radicale con cui Abbey collaborò personalmente in numerose occasioni.
Dalton Trumbo, che scrisse la sceneggiatura per il film di Miller, nacque in Colorado nel 1905. Iniziò a lavorare come giornalista durante le scuole superiori e si trasferì a Los Angeles dopo il college, dove per nove anni fece il turno di notte in una panetteria. In questo periodo frequentò la UCLA e scrisse svariati romanzi e piú di ottanta racconti, ma dovette aspettare fino al 1935 per la pubblicazione del suo primo romanzo, Eclipse, e il tumultuoso successo che ne seguì.
Da quel momento in poi, la carriera di Trumbo decollò fino a renderlo uno degli sceneggiatori più pagati di Hollywood, almeno fino al 1946, quando fu chiamato a testimoniare dal Comitato per le Attività Antiamericane a causa della sua appartenenza al partito comunista. Trumbo si rifiutò di deporre e fu condannato a undici mesi di prigione, oltre ad essere aggiunto alla lista nera di Hollywood per quasi quindici anni, durante i quali continuò a lavorare assumendo nomi di altri autori o pseudonimi. Tra i suoi lavori non accreditati di questi anni il più apprezzato fu senza dubbio Vacanze Romane del 1953, che gli valse un Oscar al Miglior Soggetto che non potè mai ritirare.
All’inizio degli anni Sessanta, tuttavia, Otto Preminger e Kirk Douglas supportarono e promossero apertamente il lavoro di Trumbo come sceneggiatore in alcuni importanti progetti da loro prodotti tra cui Exodus, Spartacus e Solo Sotto Le Stelle, contribuendo così ad infrangere la lista nera e a reintegrare Dalton Trumbo nella Writers Guild of America.
La bozza finale della sceneggiatura di Trumbo per Solo Sotto Le Stelle era intitolata The Last Hero, e seguiva piuttosto fedelmente la storia originale di Abbey, eccetto per un dettaglio importante. Nel libro, Paul Bondi, l’amico a cui Burns offre aiuto, sta scontando un anno in prigione per non essersi iscritto alla leva militare obbligatoria, cosa che sarebbe risultata inaccettabile al tempo sul grande schermo; nella sceneggiatura di Trumbo, Paul ha invece offerto il suo aiuto a un gruppo di immigranti che hanno illegalmente oltrepassato il confine dal Messico – rendendo così il film molto più rilevante ai nostri giorni di quanto il libro non fosse originariamente.
Kirk Douglas comprese profondamente il personaggio di John W. Burns e contribuì a renderlo immortale attraverso la sua gloriosa interpretazione in Solo Sotto Le Stelle, uno dei migliori ruoli della sua carriera. Sebbene il suo effettivo ruolo nell’infrangere la lista nera di Hollywood sia stato messo in discussione di recente nella stampa, é certo che Kirk Douglas venne in aiuto di Trumbo nel momento del bisogno – e come il personaggio di John W. Burns da lui interpretato, era tenace, impulsivo e determinato a vivere la vita a modo suo.
Come narrato nella sua autobiografia del 1988 The Ragman’s Son, Kirk Douglas nacque Issur Danielovitch nel 1916 da una famiglia di immigrati ebrei che lasciarono l’impero russo per trasferirsi ad Amsterdam, New York, dove si trovarono costretti a vivere in condizioni di estrema povertà. In questo contesto, Issur Danielovitch divenne Izzy Demsky e trascorse la giovinezza consegnando giornali, vendendo panini agli operai e dedicandosi in tutto a più di quaranta lavori per aiutare la sua famiglia, fino a quando non ottenne un prestito che gli permise di iscriversi alla St. Lawrence University di New York e studiare recitazione. Dopo la laurea nel 1939, ricevette una borsa di studio dall’American Academy of Dramatic Arts di New York, dove strinse amicizia con Lauren Bacall.
Danielovitch, ormai noto come “Kirk Douglas”, nome che assunse ufficialmente al tempo del suo arruolamento in Marina durante la Seconda Guerra Mondiale, iniziò la sua carriera cinematografica con una parte nel film Lo strano amore di Martha Ivers, ottenuta grazie all’aiuto di Lauren Bacall. Il suo secondo ruolo fu quello del losco uomo d’affari Whit Sterling nello splendido noir di Jacques Tourneur Le Catene Della Colpa, al fianco di Robert Mitchum e Kathie Moffat.
Nei decenni seguenti Douglas recitò in innumerevoli film, tra cui molti western ma anche musical, film drammatici e colossal come Spartacus, di cui fu anche produttore – ma fece riferimento al ruolo di John W. Burns in Solo Sotto Le Stelle come il suo preferito di sempre.
La sua risolutezza e il suo incredibile talento gli portarono un immenso e meritato successo per tutta la sua lunga carriera; ammirato per la sua disciplina e il suo senso dell’umorismo, era al contempo noto per la sua aggressività. Amici e familiari attribuivano questo suo lato del carattere ai momenti difficili che dovette sopportare durante l’infanzia, riconoscendo d’altro canto però che la sua “grinta mostruosa” era a sua volta dovuta al desiderio di vedersi apprezzato dal padre alcolizzato e negligente, e di sfuggire al suo lugubre passato. Douglas stesso era consapevole di questo suo difetto, e sembrava essere venuto a patti con se stesso: “Sono probabilmente l’attore più odiato di Hollywood. E mi sta bene. Perché è ciò che sono… sono nato aggressivo, e immagino che morirò aggressivo”, disse a un biografo a fine anni Ottanta.
Abbey, Trumbo e Douglas portarono in vita il loro ideale di una vita senza compromessi tramite il personaggio di John W. Burns, un eroe controculturale pronto a schierarsi contro le tendenze che riconosciamo come immorali e fuorvianti nella nostra società, costi quel che costi. L’ideale è ancora oggi assai attraente e rilevante; ma la possibilità di realizzare quel sogno potrebbe sembrare più sfuggente che mai.
Molti di noi sono nati in un’era di prosperità e speranza, ma sono cresciuti in un’atmosfera di progressiva disillusione, disimpegno di massa e apatia. Ci viene piuttosto naturale rimanere passivamente a guardare mentre la storia si ripete in ogni terribile dettaglio del passato; un atteggiamento che minaccia di distruggere ogni speranza che ci rimane di assistere a progressi significativi nella società durante la nostra vita.
Le persone affrontano questa consapevolezza in diversi modi. C’è chi sostiene che la vita sia fondata sul mutamento perpetuo, che il ritmo stia accelerando a una velocità esasperante e che sia di conseguenza impossibile tenersi al passo senza battute d’arresto e passi falsi; altri potrebbero essere più propensi a pensare che il tempo sia circolare e che siamo tenuti a ripetere i nostri errori all’infinito. Alcuni di noi potrebbero rispecchiarsi nelle parole di H.P. Lovecraft: “Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell’infinito, e non era destino che navigassimo lontano.”
In effetti, eccezion fatta per alcune buone notizie molto edificanti ma poco diffuse, sotto molti aspetti non ci siamo spinti lontano dal vecchio West: nutriamo ancora sentimenti razzisti, permettiamo ancora che l’avidità e l’interesse personale guidino le nostre azioni; conquistiamo ancora territori che non ci appartengono e spazziamo via intere popolazioni che ci ostacolano. Ci insultiamo e maltrattiamo a vicenda prendendocela soprattutto con i più deboli; e, come spesso si addice alle comparse nei film western, a volte ci giriamo dall’altra parte per non venire coinvolti nei problemi altrui.
E così l’umanità si trova sull’orlo dell’ennesima apocalisse, provocata dalla caratteristica smemoratezza e miopia della nostra specie, e aggravata dalla consapevolezza del fatto che è molto difficile fare del bene senza divenire complici del male che vi è inesorabilmente intrecciato. Sembrerebbe che la terra abbia cessato di essere un pianeta ospitale per gente come John W. Burns, Paul Bondi o persino lo sceriffo Morey Johnson.
Forse non è mai stato il posto ideale per persone rigorose, rispettose e compassionevoli, dotate di determinazione e risolutezza in tutto ciò che fanno. Nelle parole della moglie di Paul Bondi (Gena Rowlands) a John Burns:
“Il mondo in cui tu e Paul vivete non esiste. Forse non è mai esistito. Là fuori c’è il mondo vero… o tu accetti quelle leggi o perdi. Perdi tutto ciò che hai.”
La risposta apparentemente anticlimatica di Jack Burns a Jerry ci dice in realtà tutto ciò che dobbiamo sapere per comprendere il suo punto di vista: “Qualcosa ti resta sempre.”
Jack sa che non può impedire alla modernità di farsi strada nella società, ma può ancora incarnare i valori del passato a lui cari così che non vadano persi, contribuendo a farli sopravvivere nel futuro: non é questo forse il potere del suo personaggio, ancora oggi?
Ci sono ancora molti ai giorni nostri che, proprio come Jack Burns, scelgono di non arrendersi alle circostanze in cui si trovano, per quanto ostili esse siano. Persone che scelgono di modellare l‘ambiente che le circonda con le loro azioni, anche se ciò implica infrangere regole scritte e non scritte, spesso pagando un prezzo elevato per la loro audacia.
Si potrebbe definirli “sognatori”, ma in realtà sono pienamente consapevoli del fatto che i risultati che si prefiggono sono, dato lo stato attuale del mondo, altamente irrealizzabili. Sanno anche, tuttavia, che possono contribuire a cambiare lo stato attuale del mondo, rendendo così i loro ideali in qualche misura più vicini alla realizzazione. Il loro agire sul presente rinvigorisce la loro visione per il futuro.
Possano le loro vite, trascorse nella lotta instancabile per l’autodeterminazione, ispirarci nella ricerca di questo stesso tipo di libertà: la libertà di dare nuova vita, oggi, ai nostri sogni (in parte infranti) per l’avvenire.
Solo Sotto Le Stelle può essere noleggiato online su Chili in Germania e Italia, e su Netflix negli Stati Uniti.
Immagine di copertina: Kirk Douglas nei panni di Jack Burns in Solo Sotto Le Stelle di David Miller, 1962.
Wonderful article and very well written. I “need” to watch that movie now